This works deals with the relevancy of the concept of consumer as regards the regulation of the legal warranty in the sale of consumables as foreseen by articles 128 and 185 of the Consumer code. In particular, this work argues how the concept of consumer cannot be useful to identify the subjective fulfilment of this regulation, but as an objective element that define the case in point. In fact, through the reference to the contracting consumer the case in point foresees a contract with a variable reason characterized by a general cause that is common to all the figures provided with for the fulfilment of the articles 128 and followings of the Consumer code (that is the reason of the consumption) and a specific reason that can change among the different hypothesis as regards the same field of fulfilment and can be, from time to time, that of the sale, of the exchange, of the contract work, of the supply and, more in general, of the supply of goods to be manufactured or produced. Moreover, it argues how the contraposition between the consumers and the professional men in view of the possible drawing up of one of the so called contracts of the consumers has a merely occasional characteristic and it does not reflect the belonging to both parts to communities with opposing interests (in fact, as everybody knows, can be a consumer even a person who, during other kind of relation, is a professional man). So we can infer that the concept of consumer does not point out a status, but a mere accidental situation, that is a condition in which the subject finds himself from time to time and that has a juridical relevancy only as regards specific relations (as in the case of contracts signed when the contractor is in need or in danger, etc.) The works explain the general reasons of the safeguard of the consumers, and even the following techniques of protection and it highlights as the regulation of the legal warranty of conformity contributes to safeguard the awareness and the confidence of the consumer as regards what it has been promised to him and what he has really had. The work compares the regulation on the sale of consumables with that of the international sale of goods, highlighting not only the strong relations between the two regulations and the clear derivation of the second one from the first one, but even some other important differences (the consumer code deals only with the relations with the consumers, while the Vienna Convention deals exclusively with the relations among the entrepreneurs; the defects of compliance as regards the consumer regulation , in principle, leads to the right for the consumer to have the restoration of the compliance through the reparation or the changing, while the rights that comes from the fulfilment of the regulations on the international sale of goods, in principle, do not foresee the changing, at least it is not an essential non-fulfilment and only in the case in which the changing is asked at the report of the defect of compliance). According to these conditions, the regulation of the sale of goods is a benefit for the consumer, in fact every derogation is null, but the nullity can be asked only by the consumer (article 134 Consumer Code), moreover , if there is a dispute, the consumer characteristic of the purchase must be proved only by the consumer. On the contrary, the regulation of the international sale of good is a benefit for the entrepreneur so that he is safeguarded by the fulfilment of the Convention every time he has ignored or he has not had the chance to know the consumer destination of the purchases of the other contractor (article 2, item a, Vienna Convention) in case of dispute, when the consumer characteristic of the purchase has a real relevancy, it is the professional man that must prove to have ignored it or that he has not been able to know it.

Lo scritto riguarda la rilevanza della nozione di consumatore nella prospettiva della disciplina della garanzia legale nella vendita di beni di consumo di cui agli artt. 128-135 cod. cons. In particolare, nello scritto si argomenta come la nozione di consumatore sia da considerare non tanto come un riferimento destinato all’individuazione dell’ambito soggettivo di applicazione della disciplina, bensì come un elemento obiettivo di delimitazione della fattispecie. Infatti, tramite il riferimento al contraente consumatore la fattispecie risulta essere definita come un contratto a causa variabile caratterizzato da una causa generica comune a tutte le figure ricomprese nell’ambito di applicazione degli artt. 128 ss. c.cons. (la causa di consumo, appunto) e una causa specifica che può variare tra le varie ipotesi riconducibili a quello stesso ambito di applicazione e che può essere di volta in volta quella propria della vendita, della permuta, dell’appalto d’opera, della somministrazione e, più in generale, della fornitura di beni da fabbricare o da produrre. Si argomenta inoltre come la contrapposizione tra consumatori e professionisti in vista della possibile stipulazione di uno dei c.d. contratti dei consumatori abbia carattere meramente occasionale e non rifletta l’appartenenza degli uni e degli altri a comunità esponenziali di interessi contrapposti (infatti, chiunque può assumere occasionalmente il ruolo di consumatore, e quindi anche colui che nel contesto di altri rapporti svolge invece attività a carattere professionale). Se ne ricava - prendendo posizione sul relativo dibattito tra gli interpreti - che la nozione di consumatore non designa uno status (che è la situazione particolare connessa con l’appartenenza di un soggetto ad una comunità, in contrapposizione con chi non vi appartiene - come gli status familiari, ecc.), bensì una mera situazione accidentale (cioè una condizione nella quale il soggetto viene a trovarsi occasionalmente e che assume rilevanza giuridica solo con riguardo a rapporti determinati - come nel caso dei contratti conclusi in stato di bisogno, in stato di pericolo, ecc.). Si illustrano le ragioni generali della tutela dei consumatori (recupero dell’autonomia privata e riequilibrio delle posizioni contrattuali), nonché le relative tecniche di protezione (promozione dell’organizzazione in associazioni di categoria, diritto ad essere informato, diritto di pentirsi rispetto ai contratti stipulati in condizioni avverse, diritto di partecipare alla definizione del contenuto negoziale, diritto alla salute ed alla sicurezza dei prodotti, inderogabilità della disciplina in senso sfavorevole al consumatore) e si evidenzia come la disciplina della garanzia legale di conformità contribuisca alla tutela della consapevolezza e dell’affidamento del consumatore nella corrispondenza tra quanto promesso e quanto a lui dovuto. Si confronta la disciplina sulla vendita di beni di consumo con quella della vendita internazionale di merci, mettendo in evidenza non solo le forti corrispondenze tra le due discipline e la chiara derivazione della seconda dalla prima, ma anche alcune rilevanti differenze (la disciplina del codice del consumo riguarda esclusivamente i rapporti con i consumatori, mentre quella della vendita internazionale di merci riguarda esclusivamente i rapporti tra imprenditori; i difetti di conformità rilevanti ai fini della disciplina consumeristica danno luogo in linea di principio al diritto del consumatore di conseguire il ripristino della conformità mediante la riparazione o la sostituzione, mentre quelli rilevanti ai fini dell’applicazione della disciplina relativa alla vendita internazionale di merci in linea di principio non danno luogo al diritto alla sostituzione, a meno che non si tratti di un’inosservanza essenziale e sempre che la sostituzione sia richiesta al momento della denuncia del difetto di conformità). A tali condizioni, la disciplina della vendita di beni di risulta essere un beneficio per il consumatore, tanto che non solo ogni deroga è nulla, ma altresì la nullità può essere fatta valere soltanto dal consumatore (art. 134 c.cons.); inoltre il carattere consumeristico dell’acquisto deve esser provato, in caso di controversia, dal consumatore. Invece, la disciplina della vendita internazionale di merci risulta essere un beneficio per l’imprenditore, tanto che se ne tutela l’affidamento sull’applicabilità della relativa Convenzione ogni volta che egli abbia ignorato e non sia stato posto in condizione di conoscere la destinazione al consumo degli acquisti dell’altro contraente (art. 2, lett. a, Conv. Vienna); in caso di controversia, ove assume rilevanza la sussistenza del carattere consumeristico dell’acquisto, è il professionista che deve provare di averlo ignorato e di non essere stato posto in condizione di conoscerlo.

Nozione di consumatore

RICCI, FRANCESCO
2006-01-01

Abstract

This works deals with the relevancy of the concept of consumer as regards the regulation of the legal warranty in the sale of consumables as foreseen by articles 128 and 185 of the Consumer code. In particular, this work argues how the concept of consumer cannot be useful to identify the subjective fulfilment of this regulation, but as an objective element that define the case in point. In fact, through the reference to the contracting consumer the case in point foresees a contract with a variable reason characterized by a general cause that is common to all the figures provided with for the fulfilment of the articles 128 and followings of the Consumer code (that is the reason of the consumption) and a specific reason that can change among the different hypothesis as regards the same field of fulfilment and can be, from time to time, that of the sale, of the exchange, of the contract work, of the supply and, more in general, of the supply of goods to be manufactured or produced. Moreover, it argues how the contraposition between the consumers and the professional men in view of the possible drawing up of one of the so called contracts of the consumers has a merely occasional characteristic and it does not reflect the belonging to both parts to communities with opposing interests (in fact, as everybody knows, can be a consumer even a person who, during other kind of relation, is a professional man). So we can infer that the concept of consumer does not point out a status, but a mere accidental situation, that is a condition in which the subject finds himself from time to time and that has a juridical relevancy only as regards specific relations (as in the case of contracts signed when the contractor is in need or in danger, etc.) The works explain the general reasons of the safeguard of the consumers, and even the following techniques of protection and it highlights as the regulation of the legal warranty of conformity contributes to safeguard the awareness and the confidence of the consumer as regards what it has been promised to him and what he has really had. The work compares the regulation on the sale of consumables with that of the international sale of goods, highlighting not only the strong relations between the two regulations and the clear derivation of the second one from the first one, but even some other important differences (the consumer code deals only with the relations with the consumers, while the Vienna Convention deals exclusively with the relations among the entrepreneurs; the defects of compliance as regards the consumer regulation , in principle, leads to the right for the consumer to have the restoration of the compliance through the reparation or the changing, while the rights that comes from the fulfilment of the regulations on the international sale of goods, in principle, do not foresee the changing, at least it is not an essential non-fulfilment and only in the case in which the changing is asked at the report of the defect of compliance). According to these conditions, the regulation of the sale of goods is a benefit for the consumer, in fact every derogation is null, but the nullity can be asked only by the consumer (article 134 Consumer Code), moreover , if there is a dispute, the consumer characteristic of the purchase must be proved only by the consumer. On the contrary, the regulation of the international sale of good is a benefit for the entrepreneur so that he is safeguarded by the fulfilment of the Convention every time he has ignored or he has not had the chance to know the consumer destination of the purchases of the other contractor (article 2, item a, Vienna Convention) in case of dispute, when the consumer characteristic of the purchase has a real relevancy, it is the professional man that must prove to have ignored it or that he has not been able to know it.
2006
Lo scritto riguarda la rilevanza della nozione di consumatore nella prospettiva della disciplina della garanzia legale nella vendita di beni di consumo di cui agli artt. 128-135 cod. cons. In particolare, nello scritto si argomenta come la nozione di consumatore sia da considerare non tanto come un riferimento destinato all’individuazione dell’ambito soggettivo di applicazione della disciplina, bensì come un elemento obiettivo di delimitazione della fattispecie. Infatti, tramite il riferimento al contraente consumatore la fattispecie risulta essere definita come un contratto a causa variabile caratterizzato da una causa generica comune a tutte le figure ricomprese nell’ambito di applicazione degli artt. 128 ss. c.cons. (la causa di consumo, appunto) e una causa specifica che può variare tra le varie ipotesi riconducibili a quello stesso ambito di applicazione e che può essere di volta in volta quella propria della vendita, della permuta, dell’appalto d’opera, della somministrazione e, più in generale, della fornitura di beni da fabbricare o da produrre. Si argomenta inoltre come la contrapposizione tra consumatori e professionisti in vista della possibile stipulazione di uno dei c.d. contratti dei consumatori abbia carattere meramente occasionale e non rifletta l’appartenenza degli uni e degli altri a comunità esponenziali di interessi contrapposti (infatti, chiunque può assumere occasionalmente il ruolo di consumatore, e quindi anche colui che nel contesto di altri rapporti svolge invece attività a carattere professionale). Se ne ricava - prendendo posizione sul relativo dibattito tra gli interpreti - che la nozione di consumatore non designa uno status (che è la situazione particolare connessa con l’appartenenza di un soggetto ad una comunità, in contrapposizione con chi non vi appartiene - come gli status familiari, ecc.), bensì una mera situazione accidentale (cioè una condizione nella quale il soggetto viene a trovarsi occasionalmente e che assume rilevanza giuridica solo con riguardo a rapporti determinati - come nel caso dei contratti conclusi in stato di bisogno, in stato di pericolo, ecc.). Si illustrano le ragioni generali della tutela dei consumatori (recupero dell’autonomia privata e riequilibrio delle posizioni contrattuali), nonché le relative tecniche di protezione (promozione dell’organizzazione in associazioni di categoria, diritto ad essere informato, diritto di pentirsi rispetto ai contratti stipulati in condizioni avverse, diritto di partecipare alla definizione del contenuto negoziale, diritto alla salute ed alla sicurezza dei prodotti, inderogabilità della disciplina in senso sfavorevole al consumatore) e si evidenzia come la disciplina della garanzia legale di conformità contribuisca alla tutela della consapevolezza e dell’affidamento del consumatore nella corrispondenza tra quanto promesso e quanto a lui dovuto. Si confronta la disciplina sulla vendita di beni di consumo con quella della vendita internazionale di merci, mettendo in evidenza non solo le forti corrispondenze tra le due discipline e la chiara derivazione della seconda dalla prima, ma anche alcune rilevanti differenze (la disciplina del codice del consumo riguarda esclusivamente i rapporti con i consumatori, mentre quella della vendita internazionale di merci riguarda esclusivamente i rapporti tra imprenditori; i difetti di conformità rilevanti ai fini della disciplina consumeristica danno luogo in linea di principio al diritto del consumatore di conseguire il ripristino della conformità mediante la riparazione o la sostituzione, mentre quelli rilevanti ai fini dell’applicazione della disciplina relativa alla vendita internazionale di merci in linea di principio non danno luogo al diritto alla sostituzione, a meno che non si tratti di un’inosservanza essenziale e sempre che la sostituzione sia richiesta al momento della denuncia del difetto di conformità). A tali condizioni, la disciplina della vendita di beni di risulta essere un beneficio per il consumatore, tanto che non solo ogni deroga è nulla, ma altresì la nullità può essere fatta valere soltanto dal consumatore (art. 134 c.cons.); inoltre il carattere consumeristico dell’acquisto deve esser provato, in caso di controversia, dal consumatore. Invece, la disciplina della vendita internazionale di merci risulta essere un beneficio per l’imprenditore, tanto che se ne tutela l’affidamento sull’applicabilità della relativa Convenzione ogni volta che egli abbia ignorato e non sia stato posto in condizione di conoscere la destinazione al consumo degli acquisti dell’altro contraente (art. 2, lett. a, Conv. Vienna); in caso di controversia, ove assume rilevanza la sussistenza del carattere consumeristico dell’acquisto, è il professionista che deve provare di averlo ignorato e di non essere stato posto in condizione di conoscerlo.
consumatore; vendita; beni di consumo; garanzie; consumer; sale; consumer goods; guarantees
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12572/788
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